Cosa c’è di meglio per festeggiare una ricorrenza importante che una cena in un bel locale? Così alla fine di ottobre, decidiamo di recarci presso il ristorante Selvatico a Rivanazzano.
La famiglia Selvatico ha iniziato la sua avventura nella ristorazione nel 1912 in una casa di campagna. Attualmente è la quarta generazione della stessa famiglia a condurre il locale. La regia della cucina è affidata a mamma Piera Selvatico, cultrice dalla cucina tipica del territorio. A lei si affianca in cucina la figlia Michela mentre in sala troviamo l’altra figlia, Francesca, con il marito Piero entrambi sommelier.
I mobili in legno, i tendaggi, le luci discrete creano un’atmosfera calda ed accogliente rafforzata dalla cortesia della famiglia all’arrivo del cliente. I tavoli, vicini ma non troppo, sono apparecchiati con semplice eleganza. La sala, è un martedì sera, è piena a metà: alcune coppie, una compagnia più numerosa. La sobrietà del locale induce i presenti a mantenere i toni della conversazione a volume moderato così che il conversare rimane un piacevole passatempo anziché una sfida per sentire e farsi sentire dai propri commensali.
La scelta
Dopo breve attesa ci vengono portati i menù e l’ampia lista dei vini. Decidiamo di non prendere l’antipasto, ma di passare subito al primo, scegliamo: taglierini al sugo di brasato e fagottini radicchio e stafforella come primo mentre, per il secondo, optiamo per gli involtini alla vecchia maniera e l’anatra con i peperoni. Scelti i piatti, per il vino ci affidiamo alla competenza di Piero, anche se sappiamo bene che non è facile trovare un abbinamento che si armonizzi con piatti così differenti. La scelta cade fra 4 vini: due pinot neri alto atesini, un merlot e un Cerasuolo di Vittoria. Un po’ arditamente scegliamo quest’ultimo! È un vino dell’azienda Planeta, nero d’avola e frappato l’uvaggio, 2009 l’annata, 13% il volume in alcool. Nel bicchiere il vino ha un colore rosso granato non particolarmente carico. Al naso sprigiona note di frutta rossa matura, spezie dolci, cuoio e tabacco. In bocca è caldo, morbido, pur persistendo una buona acidità, di buon corpo, con discreta persistenza. Si avverte l’alcoolicità ma non disturba. Un prodotto veramente gradevole a un prezzo ragionevole: 18 euro. Assieme al vino viene portato in tavola il cestino del pane dove troviamo pane bianco, integrale ed alle noci. Questi ultimi fatti in casa, sono veramente stuzzicanti, una crosticina esterna croccante racchiude un interno morbido e gustoso.
I primi piatti
Dopo un’attesa proporzionata ai tempi di preparazione ci vengono serviti i primi. Le porzioni ci sembrano “giuste”, né da abbuffata né da nuovelle cousine, e consentono (per me con qualche difficoltà, ma io non faccio molto testo) di arrivare a fine cena sazi e soddisfatti. La cottura dei taglierini è perfetta, il sugo è ottimo, gustoso ma non aggressivo nel sapore, unico piccolo neo il permanere di un po’ di acqua nel piatto dovuto probabilmente a un’eccessiva fretta nello scolare la pasta. Armonico l’abbinamento con il vino. I fagottini, ben presentati legati con un filo di erba cipollina, sono delicati con una lieve nota di amarognolo del radicchio che non stona affatto. L’abbinamento con il vino in questo caso non è perfettamente azzeccato in quanto la sua morbidezza esalta l’amaro del radicchio.
I secondi
Dopo una breve attesa spesa in chiacchiere ecco arrivare i secondi. Gli involtini, serviti su un piatto ovale, guarniti con bocconcini di patate arrosto e fagiolini saltati al burro, rivelano un morbidissimo ripieno di pan grattato, uvetta e pinoli che si sposa benissimo con la carne tenerissima e il suo intingolo. Anche in questo caso l’abbinamento con il vino è perfetto. L’anatra con peperoni viene anch’essa presentata su di un piatto ovale. La carne è tenera, molto gustosa, ottimo l’abbinamento con i peperoni. Per quanto riguarda il vino appare adeguato con la carne mentre troppo prevalente sui peperoni. Dopo breve attesa ci viene portata la lista dei dolci, la scelta cade su un bonnet e su di una crostatina con fichi allo zabaione.
Il dessert
Il bonnet viene servito con fragoline, il dolce è morbido, ottimo il cioccolato. Nella crostatina i fichi si sposano perfettamente con uno zabaione delicato e gustoso, e insieme raggiungono una buona armonia di sapori. Assieme al dolce ci viene offerto un bicchiere di passito delle nostre zone: “Dalla vigna della signora Anna”, moscato passito, 2009, 13% vol., azienda Torrevilla. È un vino ottenuto da uve appassite in cassetta, pigiato a fine novembre e affinato in botte per due anni. Il colore è ambrato, al naso si avvertono sentori di frutta gialla matura, albicocche e note di caramello. Di discreto corpo, non ha certo la complessità dei passiti venuti dal sole ma è un vino piacevole.
Nel suo complesso direi una serata piacevole, in un ambiente accogliente e confortevole. La cortesia e la professionalità dei proprietari giocano un ruolo importante nel farti sentire a tuo agio. Tenuto conto della qualità dei cibi, del servizio e dell’ambiente direi abbastanza buono il rapporto qualità prezzo. La cucina è scuramente di qualità, si rifà alla tradizione anche se un poco rivista, senza spazi per abbinamenti azzardati e non sempre vincenti.
Albergo Ristorante Il Selvatico
Via Silvio Pellico, 11 – 27055 Rivanazzano (PV)
Tel.: +39.0383.944720 – fax +39.0383.91444
Email: info@albergoselvatico.com – www.albergoselvatico.com
Tipo di locale: ristorante, wine bar, albergo
Tipo di cucina: tradizionale, prodotti tipici della zona
Specialità: Carta dei vini con oltre 400 etichette
Prenotazione consigliata | Prezzo 40 euro (bevande escluse)
Coperti 50 | Parcheggio no | Area fumatori no
Chiuso domenica sera e lunedì