Questa ricetta viene anche chiamata cassoeula d’oca in quanto ricorda molto la cassoeula di maiale. È un piatto conosciuto in tutte le zone adiacenti al fiume Ticino, sia della riva lombarda che di quella piemontese. Non è del tutto credibile la tradizione che ne lega l’origine alla cucina kasher dei ghetti di Alessandria e di Novara (che indubbiamente ne ne hanno incrementato la diffusione), perché, fino alla metà del secolo scorso, le ricette della cassoeula prescrivevano l’impiego di carne e interiora di pollo e di altri volatili, mentre il maiale è stato introdotto solo a partire dal nostro secolo.
• un’oca privata dal suo grasso
• 2 verze
• gr. 200 carote
• gr. 200 sedano
• 1 cipolla rossa
• gr. 100 burro
• 2 dl vino bianco secco
• brodo, possibilmente d’oca
• gr. 100 pomodori
• 2 foglie d’alloro
• 1 spicchio d’aglio
• sale, pepe
Tagliate l’oca a pezzi e rosolatela in una casseruola con il burro. Aggiungete la cipolla, il sedano e le carote tritati, le foglie di alloro e lo spicchio d’aglio. Lasciate cuocere per circa quindici minuti e aggiungete il vino bianco. Quando il vino sarà asciugato, aggiungete i pomodori tagliati a filetti, aggiustate di sale e pepe e coprite con il brodo. Lasciate stufare per almeno un’ora e aggiungete le verze tagliate in pezzi grossolani. Aggiungete, se necessario, altro sale e pepe e completate la cottura. Servite accompagnato con polenta.