La magia del Cruasé si sposa con la tradizione del Bonarda; la nuova comunicazione approntata per il salone veronese mostra la via di sviluppo per la terza Denominazione italiana
Promuovere il talento enologico dell’Oltrepò Pavese, denominazione da 13mila 500 ettari in produzione, in Italia e oltre confine: il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese lancia le strategie 2012. Si scommette sul Pinot nero, in tutte le sue declinazioni, e sul Bonarda, il vino simbolo di una terra che ha scritto pagine importanti della storia enologica di Lombardia e d’Italia. Diverse aziende oltrepadane sono appena tornate dalla fiera Prowein di Dusseldorf, salone enologico internazionale rivolto al mondo del business, dove «i contatti con gli operatori sono risultati assai proficui – conferma lo stesso neo direttore del Consorzio Matteo Marenghi – rafforzando la mia personale convinzione che la riscossa dell’economia del vino locale passi necessariamente per l’export. Riguardo al Vinitaly 2012, nell’area consortile saranno presenti 35 aziende associate, mentre, a livello collettivo, oltre alla mescita del Cruasé sarà predisposto uno spazio per la degustazione del Bonarda dell’Oltrepò Pavese. Futuro e tradizione si fonderanno quindi in un forte connubio».
Un convegno per affermare la forte identità del Cruasé
Il Cruasé troverà un grande supporto comunicativo anche nel corso di un convegno, con relatori di caratura internazionale, intitolato “Cruasé, il futuro in rosa dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico”, in agenda per lunedì 26 marzo, dalle 15 alle 18, presso la sala Respighi del Palaexpo. Fra i relatori Federico Castellucci, direttore generale dell’OIV, Mario Fregoni, già docente di viticoltura all’Università Cattolica di Piacenza che tratteggerà il tema del Pinot nero nel mondo e in Oltrepò; Giampietro Comolli direttore dell’Osservatorio economico degli spumanti e Nichi Stefi, giornalista di cultura umanistica che citerà i plus del ‘bere in rosa’ nel campo del metodo classico. Alcune hostess, con abbigliamento che richiamerà il logo Cruasé, saranno inoltre presenti durante le 4 giornate della fiera di Verona e distribuiranno materiale informativo al pubblico. La visibilità dell’Oltrepò Pavese quest’anno sarà potenziata pure attraverso un poster di gigantesche dimensioni, fuori al PalaExpo, che riporta un’immagine messa a punto con i creativi del consorzio e uno slogan che recita: “Oltrepò Pavese, tutti i colori del Pinot nero”.
Innovativa la presenza all’aeroporto Catullo: l’Oltrepò mostra i muscoli
«La stessa immagine e slogan – precisa il direttore Matteo Marenghi – sono stati utilizzati per un’affissione di 6 metri per 3 che già staziona, e vi rimarrà anche per tutto aprile, nell’area esterna dell’aeroporto Valerio Catullo di Verona, a beneficio di viaggiatori e accompagnatori (oltre 3 milioni e mezzo di viaggiatori all’anno utilizzano lo scalo veronese, numeri in crescita). Ma non finisce qui. La stessa immagine è stata anche declinata su un’agenda, con un testo anche in inglese, dedicata al Pinot nero Metodo Classico (in bianco e rosato) e al Pinot nero in rosso, che verrà distribuita nei giorni della fiera». Il Consorzio sta anche progettando, assieme a Terme Milano, un evento dedicato al Cruasé all’interno della struttura termale meneghina.
Pinot nero, vitigno poliedrico che esprime diversi ‘colori’
Nella seconda metà del 1800, a Rocca de’ Giorgi, il Conte Carlo Giorgi di Vistarino impianta, con successo, diversi ettari di cloni francesi. È l’inizio di un’avventura che coinvolgerà tutto il territorio, caratterizzandolo per una fortissima vocazione spumantistica. A contemplare questo vitigno arrivano nel 1970 la Doc ‘Oltrepò Pavese’ mentre nel 2007 nascono la Docg ‘Oltrepò Pavese Metodo Classico’ e nel 2010 la Doc ‘Pinot nero dell’Oltrepò Pavese’, quest’ultima dedicata al vino rosso fermo. Se traduciamo i vini in colori, quindi, le possibilità ‘cromatiche’ del Pinot nero in Oltrepò sono molteplici, e vanno dal bianco al rosso, passando per il rosa. L’opzione ‘in rosato’ della Docg ha conferito alle bollicine il valore della naturalità (la leggera spremitura del Pinot nero spontaneamente genera un mosto colorato) e soprattutto un marchio immediatamente riconoscibile dal consumatore, ‘Cruasé’ (termine che deriva da ‘cru’, ovvero selezione, e ‘rosè’). Preponderante numericamente rimane comunque la versione ‘bianca’, che, si distingue per il nerbo e l’austerità varietali, apprezzati dagli estimatori, più o meno intensamente ammorbiditi dagli apporti del lievito nella lunga permanenza sulle fecce. Capitolo a parte merita invece la vinificazione in rosso del Pinot nero, intrapresa da alcune aziende a partire dagli anni Cinquanta, e che ha portato alla Doc dedicata che prevede unicamente la versione ‘ferma’.
«È un percorso – chiosa Marenghi – quello del Pinot nero vinificato in rosso, che come gli enologi di tutto il mondo ben sanno, è irto di tensioni e, spesso, delusioni, ma foriero dei più mirabolanti successi quando tutti gli elementi della vocazionalità si esprimono. Una sfida difficile che permette all’Oltrepò di gareggiare con aree mondiali dove le bottiglie incarnano il mito stesso del vino».
Ripescato il Bonarda, re dei vini ‘da bere’
Come si diceva, Vinitaly 2012 vedrà anche un recupero del tema del Bonarda dell’Oltrepò Pavese, denominazione che aveva beneficiato di un grande supporto comunicativo negli anni trascorsi ma che era stata un pò abbandonata recentemente.
«Non si tratta di un ‘ritorno al passato’ – precisa Marenghi – ma del doveroso sostegno al nostro figlio più rappresentativo, in termini di numeri e di diffusione presso i consumatori. Infatti, con una media di 20 milioni di bottiglie prodotte annualmente, la Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc è indubbiamente il vino-simbolo di questa terra nella fascia dei vini quotidiani. Prodotta a partire dal vitigno Croatina si identifica soprattutto nella versione secca e frizzante che ne esalta le doti di freschezza e piacevolezza immediata. È un vino giovane, disinvolto e modernissimo, pur rappresentando al contempo un prodotto tradizionale: la gradazione non troppo elevata e il giusto corpo, uniti alla briosità, lo rendono ideale in tutte le occasioni quotidiane ma anche straordinariamente in grado di enfatizzare i momenti di allegria con gli amici. Lo slogan che identificherà questo vino al Vinitaly sarà ‘Bonarda, il lato frizzante dell’Oltrepò’ proprio a significare la disinvoltura e allegra piacevolezza che identificano questo vino, attributi oggi richiestissimi; siamo un pò tutti alla ricerca di prodotti non troppo alcolici e di facile beva, ma con elevata personalità».