Domenica 15 settembre, dalle 20 a mezzanotte, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese porterà in scena a Pavia la quarta edizione di “Millebolle sul Ponte Coperto”. Proseguirà così l’evoluzione di questo piacevole appuntamento serale con la città di Pavia che da quest’anno diviene esclusivamente dedicato alle bollicine “Oltrepò Pavese Metodo Classico” D.O.C.G. con l’esclusione di tutti gli altri prodotti. Un passaggio che il Consorzio ha ritenuto doveroso perché è indispensabile, specie in periodi difficili come l’attuale, rimarcare il fatto che una via di distinzione il territorio ce l’ha, ed è una via ‘alta’ (di prestigio, rintracciabilità e garanzie) che va assolutamente rimarcata e rinforzata. Sul Ponte Coperto, quindi, si brinderà con le bollicine DOCG di casa, sia nella versione ‘bianca’ che ‘Cruasé’. L’ingresso sarà libero; degustazione e calice 5 euro.
BREVI CENNI
La vitivinicoltura, in provincia di Pavia, è la prima voce dell’economia di collina. La superficie a vite di 13.500 ettari in Oltrepò Pavese rappresenta circa il 60% della superficie vitata della Lombardia.
L’Oltrepò Pavese, con i suoi 42 Comuni tutti situati in zona collinare, costituisce una delle primarie aree viticole d’Italia. Come se ciò non bastasse la provincia di Pavia è capitale italiana del Pinot nero: con 3.000 ettari in produzione da oltre un secolo è la zona più estesa a livello nazionale per quanto concerne la coltivazione del più internazionale e riconosciuto dei vitigni, quello che fa grande la Borgogna e la Champagne.
Il territorio, in questi anni di crisi industriale, è salvaguardato da un’economia sana e naturale basata sull’agricoltura. C’è un sistema che sta diventando maturo che vede ruoli sempre più distinti: ci sono viticoltori, vinificatori e imbottigliatori che lavorano in parallelo. A unire nuovamente il territorio verso un traguardo comune è stato, nell’ultimo quinquennio, il progetto di rivalorizzazione del Pinot nero. Oggi la bandiera si chiama “Cruasé”.
È il biglietto da visita della spumantistica naturale e di qualità che si veste di quel rosa che si vede anche in vigna, spremendo un grappolo di Pinot nero con le mani. Il neonato spumante italiano, che piace anche ai “vip”, è un prodotto elegante, un marchio collettivo territoriale, un Metodo Classico Docg unico. E’ un prodotto per chi a un vino chiede gusto, piacevolezza, naturalità ed emozioni. L’Oltrepò Pavese del Bonarda, del Barbera, del Riesling e del Buttafuoco punta sul Pinot nero per creare valore aggiunto.
IL CONSORZIO TUTELA VINI OLTREPÒ PAVESE (www.vinoltrepo.it)
Lo storico Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese conta oggi 207 associati che coinvolgono, a loro volta, un rete di oltre 2mila 300 aziende vitivinicole. Le cantine cooperative associate sono 5: Terre d’Oltrepò (la più grande nata dalla fusione tra le cantine sociali di Broni e Casteggio), La Versa, Torrevilla, Cantina di Canneto Pavese e Cantina sociale di Vicobarone.
La missione consortile è tutelare e promuovere la prima Denominazione lombarda e fra le più estese d’Italia per numero di ettari vitati (13mila 500). Sulle colline oltrepadane i vitigni più rappresentativi sono: Croatina, Barbera, Pinot nero, Riesling e Moscato. Il vino bandiera è il “Cruasé”, marchio riservato ai soci che identifica le bollicine rosé Metodo Classico DOCG da uve Pinot nero; il vino della tradizione è il Bonarda dell’Oltrepò Pavese, la cui produzione tocca i 20 milioni di bottiglie.
Emanuele Bottiroli